Ex Casa del Fascio

Storia dell'ex Casa del Fascio

Ultima modifica 5 giugno 2023

panoramica

Chi attraversa Pontelongo, per andare verso Adria, non può non notare un enorme e massiccio edificio in mattoni rossi, in parte nascosto da alti alberi. Tutti i pontelongani chiamano questo complesso la “Casa del Popolo”, che attualmente fa parte della cittadella dello sport paesano con la sua palestra, bocciodromo, campi di calcio e calcetto.

E’un’eredità che ci è pervenuta dal Ventennio: il suo nome esatto sarebbe, infatti, ex Casa della G.I.L. (Gioventù Italiana del Littorio). L’edificio fu costruito nel 1938 su un terreno dalla famiglia Montesi, proprietaria allora del locale zuccherificio, che contribuì anche con un generoso aiuto finanziario alla costruzione. Il progettista fu Quirino De Giorgio (Palmanova 1907 – Abano Terme 1997), all’epoca non ancora architetto, molto attivo in provincia di Padova nella realizzazione di edifici per conto del Regime (da ricordare il vicino Borgo rurale di Candiana, costruito nello stesso anno ed inaugurato dal Duce in persona).

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I lavori sull’edificio vennero conclusi frettolosamente a causa dell’ingresso in guerra dell’Italia, non rispettando completamente il progetto originario del De Giorgio.  L’edificio iniziò ad essere utilizzato: il piazzale ospitava adunate di partito e manifestazioni sportive, la grande sala longitudinale rappresentazioni teatrali e comizi, all’interno della torre si praticavano attività sportive, negli altri locali trovavano spazio anche gli uffici del partito fascista del paese.

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Nell'edificio sono presenti tutti gli elementi che caratterizzavano l'architettura fascista: le decorazioni zoomorfe che rimandano alla mitologia dell'impero Romano, la torre quale elemento importante della presenza nel territorio, l'arengario per educare le masse.

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I numerosi bombardamenti alleati che colpirono Pontelongo negli anni ‘40, crearono la necessità di adibire parte degli spazi a ricovero per alcune famiglie di sfollati, che vi restarono per anni, anche dopo la fine della guerra. Verso la fine del conflitto l’edificio fu preso in carico dal Comitato di Liberazione Nazionale fino al 1947 e diventò per tutti la Casa del Popolo.

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Dalla metà degli anni ’40, per circa un decennio, la grande sala venne adibita a cinematografo, ed in generale tutta la struttura fu gestita dal Dopo Lavoro dello Zuccherificio.

Nel 1956 il complesso fu dato in gestione a dei privati per la realizzazione di una fabbrica di cassette in legno; le necessità produttive portarono a degli interventi che modificarono alcune parti delle strutture originarie. L’attività proseguì fra alti e bassi fino agli inizi degli anni ’70, finché un incendio ne decretò la fine. Anche una successiva attività di deposito commerciale non durò a lungo: un secondo disastroso incendio distrusse l’intera struttura lignea della copertura a compluvio e del controsoffitto sottostante.

Nel 1966 l’Amministrazione Comunale acquistò l’edificio dal Demanio dopo un lungo iter burocratico.    I progetti iniziali di restauro, furono ridimensionati dalle ristrettezze economiche del Comune. Si adattarono dei locali a pizzeria, un bocciodromo venne creato nella grande sala longitudinale (dopo un approssimativo restauro della copertura); la torre rimase invece in completo abbandono.

Nel 2005 a seguito di un violento temporale venne asportata la copertura del corpo longitudinale, impedendo ogni utilizzo. Solo nel marzo 2008 venne inaugurata la struttura restaurata secondo il progetto originario del De Giorgio; la cronica mancanza di fondi impedì ancora il recupero della torre, del mosaico, della scalinata e di altre parti del complesso. La sala del bocciodromo è stata dipinta in vivaci colori nello spirito del movimento Futurista.

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L’attuale Amministrazione ha iniziato un lungo lavoro di recupero del complesso, volendo aggiungere alle attività sportive anche altre come quelli culturali e ricreative, centro estivo per i ragazzi, ecc.

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L'ex Casa della G.I.L., o Casa del Fascio, è uno dei rari esempi d'architettura Futurista nel panorama architettonico veneto è merita senza dubbio una visita.


Per approfondimenti:

  • Maurizio Baccan e Luca Bezzetto: Un restauro del moderno, Edizioni Essegi, 2003.
  • Luca Bezzetto: Un restauro per la conservazione, Edizioni DBS, 2008.
  • Luca Bezzetto e Alessandra Possamai Vita: Quirino De Giorgio, un futurista protagonista del novecento, Edizioni DBS, 2007.

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